I miei prossimi concerti….


Anna Maria Castelli - Vilnius 2008

Anna Maria Castelli

 

Qualche anteprima concertistica estiva. Per i dettagli visitate la pagina

“…prossimi concerti”.

Vi terrò aggiornati!

 

Armonie sotto la Rocca – Castello di Soiano del lago – 25 luglio

 

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Lessiniafest 2015 – 26 luglio

 

 

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Tivoli Festival – 5 agosto

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Piccolo Tetro del Baraccano (Bologna) – 6 agosto

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Festival Internazionale della Fisarmonica – Castelfidardo – 18 settembre

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Auditorium G. Di Vittorio – Milano- 21 novembre

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Assassination tango con Anna Maria Castelli, Sergio Staino, Adriàn Fioramonti


Anna Maria e Adrian normale

 

 

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giovedi 4 settembre, ore 21,30

all’interno della Limonaia Parco Villa Strozzi

Firenze, Via Pisana 77

La dissidenza all’inizio del terzo millennio Festival

ASSASSINATION TANGO

 

UN RECITAL-CONCERTO DISSACRANTE SUI “LUOGHI COMUNI” DEL TANGO

“Diceva Paolo Conte (quando ancora non era famoso e tentava di infilare qualche frase tra un brano e l’altro dei suoi concerti): “così come la lucertola è il riassunto del coccodrillo, il tango è il riassunto di una intera vita”. Un detto che gira in Sud America e che forse non piace ai maschi argentini aggiunge: “il sogno di ogni marito argentino è che la moglie gli faccia le corna, così da cantare un tango come si deve”. Passioni sempre al limite delle tragedie, delusioni che nessun analista potrà mai curare, tradimenti perversi, uomini puri e donne malvagie, morti premature, coltelli, ma poi anche felicità surreali, stelle che guardano gelose, fontanelle che cantano, aurore meravigliose e nostalgiche campane del paese natio. Tutto l’armamentario del tritume letterario più banale ed ovvio viene raccolto, manipolato, esagerato e rimontato in genere sotto forma di capolavoro poetico e musicale. Questo per me è il tango. Quanto di più lontano dal politically correct, un sottile filo rosso borderline, provocatore, ribelle e dissenziente da ogni regola. Ecco la “dissidenza” del tango: sempre lì, pronto a cadere nel più odioso cattivo gusto dove invece non cade mai (o quasi). Arriva al limite, ti dà un grande brivido e quando sembra di cadere invece vola. Un po’ come ci succede con Puccini: nel momento in cui la romanza vira verso il luogo comune, sdolcinandosi in un terribile “un po’ per celia”, ecco che ti piazza, altissimo e imprevedibile, la zampata geniale del “E un po’ per non morire” con l’acuto straziante che ci conquista. Questo mi piacerebbe raccontare, dall’eccessiva ed irreale gioia de “El dia que me quieras” alla profonda e totale invettiva del “Cambalache”.

                                                                                                                                                           Sergio Staino

La dissidenza all’inizio del terzo millennio Festival


Dissidenza A3

 

Realizzato in collaborazione con Officine Creative, Quartiere4 e con la direzione artistica di Abner Rossi e Anna Maria Castelli

 

All’interno della Limonaia del Parco di Villa Strozzi – Via Pisana, 77 – Firenze

 

Per informazioni:

officinecreativefi@gmail.com – Tel. 338 4458473

sanbartolomeomonteoliveto@gmail.com – Tel. 347 3621127

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Io dissento, tu dissenti, egli dissente… eccetera.

Abbiamo provato a coniugare questo verbo ma, nonostante tutto, ci sembra qualcosa di superato per questi tempi. Siamo tutti individualmente dissidenti, ne sappiamo più degli specialisti su qualsiasi argomento (dallo sport alla politica), la ragione è sempre dalla nostra parte; tuttavia questo verbo ha perso il senso della ribellione, dell’opposizione, del gruppo, della diversità personale e collettiva, del dissentire come valore che si contrappone ai luoghi comuni, al di là degli schieramenti politici.

Pensando alla crisi di un verbo ci viene in mente che se è vero che la deriva delle ideologie ha creato individui in pieno dissenso su tutto, è anche vero che gli uomini del terzo millennio sono completamente e fatalmente omologati. Infinite gocce diverse in un oceano di disperate somiglianze.

Non abbiamo ricette sul recupero della dissidenza come motore di modernità ma, probabilmente, si possono trovare alcune chiavi utili per riaprire un percorso.

Con questa iniziativa, seppur nel limitato spazio di tre giorni, vogliamo dare il primo segnale attraverso una discussione seria sul tema della dissidenza che non sia la solita solfa retorica, discussione che pensiamo non possa prescindere da queste chiavi, autentiche leve in grado di sollevare interi mondi:

definire, conoscere, non dimenticare

E’ stato, è e probabilmente sarà il dissenso a scrivere la storia e costruire il futuro.

Abner Rossi

PROGRAMMA

02 Settembre 2014

ore 17,30

Apertura del Festival

Intervengono: Abner Rossi, Anna Maria Castelli, Federica Balosso, Mirko Dormentoni Presidente Quartiere4

ore 18,30

Microcredito, storia, finalità e sua geolocalizzazione

interviene il Dr. Cristian Bevacqua (Responsabile Microfinanza

Fondazione “Un raggio di luce” Onlus)

Pochi sanno cosa sia in realtà il microcredito; se ne legge spesso sui quotidiani, cartacei e on line ma, nella mente dei più, appare come una specie di “elemosina per nullatenenti” che non hanno accesso agli Istituti di credito o alle Finanziarie. Probabilmente si tratta anche di questo ma occorre sapere che il microcredito non nasce oggi, ha una lunga storia e svolge una funzione molto importante sul territorio nazionale ed internazionale.

Ore 21,30

L’oscurità non è assenza di luce, è poesia

Letture di testi scelti

(Majakovskij, Lorca, Bukowski)

Commenti musicali di Stefano Corsi

Perché questi poeti e non altri? La risposta ad una simile domanda è molto semplice: chi ha scelto queste letture ama questi poeti e l’amore non è capace di risposte logiche. Chi li ha scelti li ama per la loro grandezza ma anche perché nelle loro personalità poetiche ed umane si intrecciano elementi di dissidenza, di trasgressione, di lungimiranza, di opposizione al potere e ai luoghi comuni di cui sono intrise le relazioni umane. Forse è giunto il momento che le giovani generazioni sappiano che dissentire significa stare ben distanti dai luoghi comuni solitamente generati dall’ignoranza del potere che spinge ad incasellare le idee in qualcosa di sinistra, di centro o di destra senza considerarle per ciò che sono: una pura espressione di libertà.

Questi poeti sono uniti da un unico “fil rouge”: insieme a molti altri sono stati i protagonisti dell’ultimo secolo dello scorso millennio e ricordarli può significare conoscere e conoscerci meglio.

03 Settembre 2014

ore 18,30

O.N.G 

(Organizzazione Non Governativa)

Cosa sono, come funzionano, di cosa si occupano

interviene il Dr. Lorenzo Ridi (Oxfam Italia)

Il grande pubblico conosce poco la sigla in questione se non dalle cronache dai luoghi di guerra e da quelli coinvolti in calamità naturali. Si pensi a “Terres des Hommes”, “Medici senza frontiere”, “Oxfam Italia” solo per citarne alcune. Pur conoscendone talvolta il nome  la gente comune entra in contatto con queste realtà o attraverso un numero verde al quale si può telefonare per sottoscrivere una donazione o un numero di conto corrente che può essere usato per la stessa finalità. Non aiuta la conoscenza il fatto che le stesse Organizzazioni  per definirsi utilizzino una sigla che dice cosa non sono, cioè “non governative”. In realtà queste Organizzazioni hanno finalità vastissime, occupano centinaia di migliaia di addetti, si ramificano come il delta di un fiume in ogni Paese, svolgono un’azione meritoria che va dalla denuncia di fatti altrimenti sconosciuti alle masse ad interventi multidisciplinari compreso il sostegno alla cultura e alla salvaguardia dei beni artistici e paesaggistici, al sostegno attivo di milioni di esseri umani.

Ore 21,30

FIMMENE FIMMENE

Anna Maria Castelli – voce narrante

Coro LeMusiquorum

Direttore Maria Grazia Campus

Uno spettacolo fra musica e teatro dedicato alle donne lavoratrici. Per non dimenticare a loro sono dedicati i testi recitati da Anna Maria Castelli e i canti interpretati dal coro de LeMusiquorum dirette da Maria Grazia Campus.

04 Settembre 2014

ore 18,30

PASSEGGIANDO PER I LUOGHI COMUNI DELLA STORIA

Dal granduca sudicio al centro storico liberato dal secolare squallore: spigolature tra un secolo e mezzo di storia, toscana e non solo

Prof. Domenico Del Nero (saggista, scrittore, giornalista)

Una passeggiata condotta dal Prof. Domenico Del Nero che partirà da due esempi toscani: la figura di Gian Gastone, che la vulgata ha per molto tempo dipinto come un sudicione degenerato e che merita invece una profonda e attenta rilettura; e per l’appunto il risorgimento, Firenze capitale e il granduca Leopoldo II: quello che viene “divulgato” e quello che invece raccontano i documenti.

Ore 21,30

ASSASSINATION TANGO

con

Anna Maria Castelli

Adriàn Fioramonti

Sergio Staino

Un recital-concerto dissacrante che racconta il fenomeno del tango da un altro punto di vista: quello di tre artisti che hanno fatto della dissidenza uno stile di vita.

“Diceva Paolo Conte (quando ancora non era famoso e tentava di infilare qualche frase tra un brano e l’altro dei suoi concerti): “così come la lucertola è il riassunto del coccodrillo, il tango è il riassunto di una intera vita”. Un detto che gira in Sud America e che forse non piace ai maschi argentini aggiunge: “il sogno di ogni marito argentino è che la moglie gli faccia le corna, così da cantare un tango come si deve”. Passioni sempre al limite delle tragedie, delusioni che nessun analista potrà mai curare, tradimenti perversi, uomini puri e donne malvagie, morti premature, coltelli, ma poi anche felicità surreali, stelle che guardano gelose, fontanelle che cantano, aurore meravigliose e nostalgiche campane del paese natio. Tutto l’armamentario del tritume letterario più banale ed ovvio viene raccolto, manipolato, esagerato e rimontato in genere sotto forma di capolavoro poetico e musicale. Questo per me è il tango. Quanto di più lontano dal politically correct, un sottile filo rosso borderline, provocatore, ribelle e dissenziente da ogni regola. Ecco la “dissidenza” del tango: sempre lì, pronto a cadere nel più odioso cattivo gusto dove invece non cade mai (o quasi). Arriva al limite, ti dà un grande brivido e quando sembra di cadere invece vola. Un po’ come ci succede con Puccini: nel momento in cui la romanza vira verso il luogo comune, sdolcinandosi in un terribile “un po’ per celia”, ecco che ti piazza, altissimo e imprevedibile, la zampata geniale del “E un po’ per non morire” con l’acuto straziante che ci conquista. Questo mi piacerebbe raccontare, dall’eccessiva ed irreale gioia de “El dia que me quieras” alla profonda e totale invettiva del “Cambalache”.

Sergio Staino